Nell’era delle megalopoli, le giungle urbane evolvono incessantemente, con edifici ultramoderni che accolgono centri d’affari, paradisiache zone residenziali per i più abbienti e una periferia trasformata dalle baraccopoli dove la popolazione si ammassa per perdersi nelle sfaccettature della povertà. È così per Lagos, in Nigeria, mecca dell’afropop e tra le città più popolate del mondo, ma anche per Dacca, Manila, Città del Messico e Teheran. Sono queste le megacittà che hanno ispirato i lavori di una cinquantina di creativi internazionali, emergenti e non, tra artisti, designer, stilisti, hacker, tatuatori e musicisti, riuniti nella mostra in “Prince.sse.s des villes” visitabile, dalla settimana scorsa, al Palais de Tokyo. Continua a leggere su Exibart