“I versi sono come boe nel mare ». Anselm Kiefer omaggia Paul Celan con una grande mostra senza percorsi cronologici né cornici, al Grand Palais di Parigi
Il Grand Palais Éphémère accoglie “Pour Paul Celan” di Anselm Kiefer: un insieme sensazionale di sculture, installazioni monumentali e 19 tele di grande formato fino all’11 gennaio. Senza cronologia, né scenografia, cornici o didascalie, diecimila metri quadrati accolgono il pubblico per un percorso immersivo tra pittura, scultura e poesia.
Le poesie scritte in corsivo col gessetto bianco e sparpagliate sulle tele terse di nero, grigio, ocra e bianco si aprono come una pagina della storia, un invito alla lettura dei versi in tedesco da Auf der Klippe a Das Einzige Licht. Il gesto pittorico di Kiefer, profondo e gravido, sublima le parole di Celan, per restituire un’opera totalizzante e unica: un pugno contro il crescendo degli estremismi in Europa e nel mondo. C’è per esempio Todesfuge del 1948, una poesia sui campi di sterminio, dove Celan perse i genitori, sulla Shoah dunque una catastrofe che attanaglia il poeta come il pittore. Curata da Chris Dercon, presidente della Réunion des musées nationaux e del Grand Palais, la mostra presenta anche una sorta di laboratorio imponente in cui sono stipati oggetti tra valigie, biciclette, vetri rotti, e collezioni di piante essiccate, oltre a una scultura monumentale, che vede un aereo di piombo, che non può ovviamente decollare, sulle cui ali è trascritto il titolo della raccolta di Celan, Mohn und Gedächtnis. Continua a leggere su Exibart