All’Institut d’Art Contemporain di Villeurbanne un’occasione estiva per conoscere il linguaggio e il background dell’artista e regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, che oscilla tra realtà, onirismo, e accenni autobiografici.
Apichatpong Weerasethakul presenta “Periphery of the Night” un’importante monografia presso l’Institut d’Art Contemporain a Villeurbanne, nei pressi di Lione, fino al 28 novembre. Curata da Nathalie Ergino e Elli Humbert, la mostra presenta una ventina di opere tra cortometraggi, fotografie e installazioni, che come in una lunga sequenza al buio svelano un universo immersivo e magico. Qui s’incontrano animali, umani e fantasmi che vagano ora in città inquiete ora in foreste rigogliose dai magnifici suoni naturali alterati da spazi di puro silenzio o da fortuite parole. La mostra è una buona occasione per conoscere il linguaggio e il background dell’artista e regista thailandese che oscilla tra realtà, onirismo, e accenni autobiografici. Classe 1970, Weerasethakul nasce a Bangkok e cresce a Khon Kaen dove si laurea in architettura. Rappresentante della nouvelle vague del cinema thailandese, nel 1999 fonda Kick the Machine per supportare i suoi progetti nonché la creazione indipendente thailandese. Regista di fama, il suo film Memoria è stato selezionato per la 74esima edizione del Festival di Cannes, con due interpreti d’eccezione quali Tilda Swinton e Jeanne Balibar, Weerasethakul ha ricevuto il premio della giuria ex aequo con Nadav Lapid, regista di Le Genou d’Ahed. Presentato lo scorso venerdì, Memoria si è concluso con una lunga ovazione e delle critiche molto positive.
L’uscita nelle sale francesi è prevista per il 17 novembre. Ricordiamo che Weerasethakul ha ricevuto la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2010 per il suo film Uncle Boonmee. Torniamo all’esposizione per incrociare Tilda Swinton in Durmiente (2021, video, 11′), che vede l’attrice britannica assopirsi mentre i suoi sogni sembrano incarnarsi nelle immagini di un tramonto in un video diametralmente opposto, quale Async-first light (2017, 11’3”), creando così una sorta di dittico. Non intercorre un filo narrativo tra i due filmati ma possibili trait d’union visivi. Il regista lascia così lo spettatore libero di creare lui stesso eventuali intrecci. Il dormiveglia, il sonno e il sogno si rivelano, in un crescendo percepibile lungo il percorso espositivo, più palesemente in Durmiente o intrecciati nel periplo del bel cortometraggio Ashes (2012, video digitale HD, colore, 20’18”), girato in Thailandia, come la maggior parte dei suoi lavori. Il giorno si alterna alla notte, in questo filmato in cui passiamo da un uomo che porta a spasso il cane, a uno spettacolo pirotecnico, a una manifestazione di protesta contro l’articolo 112 sulla lesa maestà, che mette l’accento sulla difficile situazione politica thailandese, e non solo. Continua a leggere su Exibart