Biennale di Lione: sotto il segno della fragilità

Apertura per la 16ma Biennale di Lione, dove i curatori Sam Bardaouil e Till Fellrath hanno attinto con ingegnosità e originalità da collezioni private e archivi museali locali, in nome di un « Manifesto of fragility ».

16a Biennale d’Arte Contemporanea di Lione – Ex fabbrica Fagor – Foto: Livia De Leoni

Manifesto of fragility è il titolo della 16a Biennale d’Arte Contemporanea di Lione che apre con 90 artisti contemporanei internazionali, due mostre con decine di artisti di tutti i tempi, undici luoghi di esposizione e tanti lavori in situ. Creata nel 1991 da Thierry Raspail e Thierry Prat, e diretta dal 2019 da Isabelle Bertolotti, questa rinomata manifestazione culturale ha sviluppato da sempre collaborazioni con musei e enti culturali internazionali oltre che con artigiani e aziende locali, e questa edizione non fa difetto su questo punto. I curatori, Sam Bardaouil e Till Fellrath hanno attinto con ingegnosità e originalità da collezioni private e archivi museali locali, regionali e internazionali come il Lugdunum Musée et théâtres romains di Lione, il Centre Pompidou, The Metropolitan Museum o il Staatliche Kunstsammlungen Dresden, per elaborare un manifesto della fragilità e della resistenza che gli artisti partecipanti hanno contribuito ad accrescere con creazioni in situ audaci e parlanti. Continua a leggere su Exibart

16esima edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Lione – macLyon – Foto: Livia De Leoni

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