Il ritorno sovietico: realtà o burla?

Bellezza e miseria dell’animo umano, ovvero “Dau”. Resoconto dall’interno dell’evento culturale più controverso della stagione parigina

« DAU » di  Ilya Khrzhanovsky 

Bluff, reality show o semplicemente geniale, il progetto artistico Dau non smette di far parlare di sé, e dopo il no categorico di Berlino arriva in anteprima internazionale nella Capitale francese, per proseguire poi a Londra. Che cos’è DAU? Molto di più di una biografia su Lev Landau (1908-1968), fisico sovietico e premio Nobel nel 1962. Dau è un progetto multimediale e pluriennale che ha coinvolto, dal 2009 al 2011, oltre 400 persone che hanno deciso di abbandonare famiglia e lavoro, per immergersi nel regime totalitario dell’U.R.S.S. e vivere un’esperienza unica e inquietante. Il demiurgo del progetto? Il cineasta russo Ilya Khrzhanovsky che, attraverso la vita di una collettività che vive nell’istituto di ricerca a Kharkov in Ucraina, ci fa rivedere l’Unione sovietica del periodo che va dal 1938 al 1968, qui ricostituita fino al minimo dettaglio tra mobili, appartamenti e laboratori scientifici, negozi e via dicendo. 

I partecipanti, a questa sorta di esperimento antropologico, vestiti con abiti e accessori rigorosamente dell’epoca, pare che non abbiano utilizzato telefonini o altri dispositivi che potessero ricondurli alle realtà rispettive. Un’immersione totale in un mondo parallelo, che tra vere nascite, separazioni e nuove relazioni sentimentali, ha restituito 700 ore di riprese e i 13 lungometraggi riproposti a Parigi al Centre Pompidou, al Théâtre de la Ville e al Théâtre du Châtelet, due spazi questi che sono normalmente chiusi per lavori di ristrutturazione. Il progetto ha visto una partecipazione eterogenea di premi Nobel, professionisti vari, artisti come Marina Abramović, Romeo Castellucci, Boris Mikhailov, Peter Sellars e Brian Eno, mentre nel ruolo di Dau troviamo il direttore d’orchestra Teodor Currentzis, e in quello della moglie Nora, l’attrice Radmila Shchyogoleva. Come assistere a Dau?  Continua a leggere su Exibart

Per saperne di più andate su www.dau.com

« DAU » di  Ilya Khrzhanovsky 

Author: livia de leoni

Laisser un commentaire

Votre adresse e-mail ne sera pas publiée. Les champs obligatoires sont indiqués avec *