PINNA VESTINORUM – STORIA E CIVILTÀ DI PENNE

Per quella continuità di radici che mai si fermeranno.” Lucio Marcotullio

I 2o anni sono gli anni più belli per chi si affaccia alla vita, portano in sé tutta la fatica e la bellezza del voler crescere e maturare, così come per questo prezioso libro Pinna Vestinorum dedicato alla Storia e Civiltà di Penne. Diviso in due splendidi volumi, di oltre 700 pagine, questo narra la storia del popolo dei Vestini e della città romana attraverso documenti, reperti, curiosità e splendide fotografie di Gino Di Paolo, doppiamente « libro d’arte » quindi per la qualità delle foto, degli interventi e la raffinata fattura. Per anni un gruppo di esperti archeologi, 20 anni appunto, sotto la direzione scientifica di Luisa Franchi Dell’Orto, hanno raccolto, classificato e studiato un’area che comprende non solo la città di Penne ma un territorio che, dall’aquilano al pescarese, è stato appellato « dei vestini ». Tutto ciò è stato possibile grazie alla passione, alla cultura e alla volontà del Cavaliere del Lavoro Lucio Marcotullio che ha dedicato una vita intera a rivalutare il territorio e le sue tante risorse attraverso diverse funzioni tra cui quelle di Sindaco della città di Penne, e tra le altre cariche quella di Presidente della Fondazione Nazareno Fonticoli. Il libro presenta un primo volume dedicato al popolo dei Vestini con un capitolo dedicato ai Vestini Transmontani di Andrea R. Staffa, Ispettore presso la Soprintendenza Archeologica di Chieti, poi a quelli Cismontani e a quelli della guerra prima di Roma, questi ultimi capitoli sono curati da Vincenzo d’Ercole.

Il secondo volume riguarda la Città romana con la protostoria e il periodo italico, in età romana e in età tardo antica in cui troviamo gli interventi di Andrea R. Staffa e di Marco Buonocore. La lista degli interventi è comunque ben più lunga e comprende quelli di Silvano Agostini, Serena Cosentino, Adriano La Regina, Alberta Martellone, Maria Ruggeri e di Rosanna Tuteri. Pinna Vestinorum si rivolge a studiosi come ai lettori per caso, ricco di curiosità, di nuove scoperte, scorrono tra le ricche pagine argomenti allettanti come quello dei Guerrieri da Comino a Capestrano (foto a destra), in cui non poteva mancare un interessante capitolo sul Guerriero di Capestrano di Luisa Franchi dell’Orto, al quale peraltro sono dedicati diversi altri studi. Ma anche scoperte come la così denominata tomba 45 nella necropoli di Scentelle-Capaturo di Pizzoli, a nord di Amiternum, in cui sono stati rinvenuti resti, tra l’altro, di una lancia, di un rasoio e di una fibula molto particolare, simboli di potere di un guerriero vissuto tra l’età del ferro e l’età orientalizzante.

La splendida fibula in bronzo 

La splendida fibula in bronzo di Pizzoli (cm8,8 x 5,2) “presenta una struttura riconducibile al tipo ad arco serpeggiante e un apparato accessorio costituito dall’arco configurato (…) che rappresenta un carro a ruote raggiate, trainato da un bovide: sul corpo dell’animale è posta una figurina che con la destra impugna una corta lancia (…) mentre con l’altra mano conduce un cervo al laccio. (…) Si susseguono un cane (…) e una seconda figura umana dotata di uno scudo e mazza, mentre all’esterno del carro (…) un secondo canide (…).” (n.d.r. un cervo è ugualmente presente nella fibula) la descrizione è tratta da Pinna Vestinorum – La fibula di Pizzoli di Rosanna Tuteri. La fibula di Pizzoli narra del rapporto degli uomini cogli animali, e di questi ne sfrutta la simbologia, e così il bue rimanda alla prosperità della società agricola, e via dicendo, ma questo ornamento vuole anche essere celebrativo di un evento e di una condizione umana.

Ecco una storia da raccontare

Le curiosità non finiscono qui, sfogliando tra i bei saperi non si può non cadere sul monogramma LM (Lucio Marcotullio) in cima alla copertina del lussuoso testo. La storia è una vera chicca da raccontare, la M difatti riprende la forma di un superbo orecchino d’oro con due perle bianche (I secolo a.C. e i primi decenni del I d. C.). Il prezioso è stato rinvenuto nei livelli di prima età imperiale del palazzo della fondazione Nazareno Fonticoli di Penne, la somiglianza alla lettera e la bellezza del gioiello ne hanno fatto logo di Lucio Marcotullio. Non poteva mancare un capitolo su Il Lusso, a cura di Alberta Martellone, il quale è dedicato oltre che agli usi funerari in Abruzzo, al tema ai superbi vetri fenici in Abruzzo i cui colori quali l’azzurro, il giallo e il bianco vengono messi in risalto, fino al più piccolo dettaglio, dalle belle foto di Gino Di Paolo. «In Abruzzo sono dieci i vetri ornamentali modellati su asta, con maschera virile. Di questi cinque sono pendenti (…) e cinque sono vaghi con foro passante per il filo in tessuto o cuoio.» ( da Pinna Vestinorum – Il Lusso di Alberta Martellone) Questi gioielli in pasta vitrea, considerati amuleti e ai quali si attribuiva un valore simbolico-religioso con funzione apotropaica, sono stati ritrovati nella necropoli di Cinturelli a Caporciano, in quella di Colli Bianchi a San Pio delle Camere, e tra le altre, nella necropoli di Monte Giove a Penna Sant’Andrea. A chiusura degli splendidi capitoli si affaccia un interessante studio sui letti funerari abruzzesi di Alberta Martellone,  che ne conta centoquindici rinvenuti tra l’800 ad oggi e così sottolinea « L’Abruzzo adottò la pratica inumatoria sin dalla fine dell’età del bronzo e per tutto il I millennio, perciò la si considera di più specifica tradizione italica, al contrario dell’incinerazione. (…) la specializzazione del settore montano abruzzese nell’allevamento è stata la premessa alla diffusione dei letti a scopo funebre, attraverso il recupero e l’utilizzo di materiale di scarto, quali le ossa animali, come materia prima da cui ricavare oggetti di gran pregio.»  Lucio Marcotullio, fautore di questo esemplare progetto, lo dedica al padre e al figlio e alla sua terra. 

« Un popolo di tremila anni, di vita gloriosa e senza interruzioni (…) che fu – come dice Aulo Gellio – la più libera e la meno obbligata verso Roma» Ci racconta Lucio Marcotullio nella lunga e elosquante presentazione dell’opera.

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SCHEDA LIBRO

PINNA VESTINORUM comprende due volumi in cofanetto cartonato

I ° volume Pinna Vestinorum, la città romana, 346 pagine.

II° volume  Pinna Vestinorum e il popolo dei Vestini, 371 pagine.

Progetto editoriale di Lucio Marcotullio

Fotografie di Gino Di Paolo

Progetto grafico di Andreas Waibl

Redazione di Jessika Romano

Edito da L’Erma di Bretschneider – dicembre 2010

Author: admin

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